Quello che è mio (e anche tuo)

Passeggiare per le strade di Palermo è bellissimo. Ricordo la felicità della prima volta. Ricordo anche il disgusto per tutti quei manifesti elettorali. In ogni angolo che si offrisse agli occhi non mancava di far soffrire l’insofferenza alle regole dei politici locali. Perché quei manifesti erano abusivi, illegali. Compiaciuti sorrisi promettevano quello che stavano cominciando a non mantenere.

A New York Jordan Seiler ha avuto un’idea. Dare una mano di bianco ai cartelli pubblicitari che senza autorizzazione affollano lo spazio pubblico.
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Mappare le zone e offrirle agli artisti che le volessero riempire.

È l’ultima azione della public ad campaign,
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che si confronta agonisticamente, e artisticamente, con la monopolizzazione da parte della pubblicità degli spazi condivisi.

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Tra poco ci saranno altre elezioni, qui da noi.

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