Possibile per farsi una donna rischiare tanto?

NON so se hai sentito parlare di una che in corsa batteva anche i più svelti tra i maschi, non ti sto raccontando un favola. Li batteva davvero. Difficile dire se ti colpiva di più la velocità dei suoi piedi o la sua avvenenza.

NON pensare al marito Atalanta.

IO non sarò di nessuno se prima non mi avrà vinto alla corsa, misuriamoci con i piedi. Chi sarà più veloce di me mi avrà come premio nel letto. Chi più lento però, patti chiari, dovrà morire. Spietata d’accordo, ma tale la potenza della bellezza che a quel ricatto si prestano le frotte dei pretendenti.

FRA loro, Ippomene, stava seduto e assisteva all’assurda gara dicendo -Possibile per farsi una donna rischiare tanto? così deprecava la follia d’amore dei giovani ma quando lei si spogliò nuda e vide quel corpo strepitoso tramortì, si arrese e gridò -Ragazzi dovete scusarmi se fino a un attimo fa vi prendevo in giro, ignoravo di che premio si tratta. La guarda attonito e prende fuoco.

-MA perché non tento la sorte mettendomi in gioco anche io? Almanacca tra sé, -Gli dei premiano i coraggiosi. Mentre almanacca tra sé Atalanta gli sfreccia davanti, come avesse le ali ai piedi.

LA corsa la rende ancora più bella.

TAGLIATO il traguardo festeggia il trionfo col serto del vincitore. Piangono gli sconfitti e scontano la pena prevista. Ma Ippomene non si lascia scoraggiare dal loro destino si fa avanti e piantando gli occhi in quelli della fanciulla: -Come mai cerchi facile gloria battendo inetti? Misurati con me e se la fortuna mi assiste non avrai certo di che lamentarti che a vincerti sia stato quello che io sono.

LUI parla e Atalanta lo guarda e guardandolo si squaglia e adesso non sa se vuol vincere o essere vinta.

-VATTENE finché puoi straniero, rinuncia a queste nozze di sangue; sposarmi è una crudeltà, rifiutarti non ti rifiuta nessuna, troverai qualche brava fanciulla. Ma perché mi preoccupo tanto dopo averne fatti ammazzare tanti? Son fatti suoi. Se la strage dei miei spasimanti non lo ha messo in guardia vuol dire che alla vita lui non ci tiene, e allora? Siccome voleva vivere insieme a me morrà. Sconterà morendo senza colpa la colpa di amarmi. Poco invidiabile cosa sarebbe una mia vittoria. Ma è mia la colpa. Ah, se tu avessi il buon senso di andartene. Ho visto che hai perso la testa, se corressi almeno più svelto di me, che sguardo innocente in quegli occhi di ragazzino. Povero Ippomene, come vorrei non mi avessi mai vista, meritavi di vivere e se io avessi un po’ più di fortuna eri l’unico tu con cui avrei voluto dividere il letto.

QUESTO pensa e ingenua com’è, visitata dal primo amore, non sa che succeda e ama non sospettando di amare.

-DEA, asseconda l’amore che acceso m’hai dentro.

VOLEREBBERO a pelo di mare diresti senza bagnarsi i piedi o su un campo di grano senza piegare una spiga.

La nuova traduzione (maggio 2014) di Vittorio Sermonti delle Metamorfosi di Ovidio è bellissima, quello sopra è un taglio mio dalla lettura Ad alta voce.

Se poi avete dei bambini o vi interessano i libri per bambini questo di Gianni Rodari, con le illustrazioni di Lele Luzzati, è altrettanto bello: Atalanta.

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