La sindrome dell’entomologo ovvero la tv italiana e il web

Ieri sul finale di un programma televisivo fa capolino Stefano “Stark” Anreoli di spinoza.it. Legge alcune battute. Lo studio all’unisono basisce. Il conduttore preoccupato lo interrompe, l’atmosfera si scioglie un poco e il pubblico comincia a ridere. Uno degli ospiti risponde piccato. Stark ha parlato per poco più di un minuto.

Qualche mese fa durante una puntata della trasmissione di Gad Lerner – peraltro blogger entusiasta – Luca Sofri, commentando un servizio appena andato in onda, parla di atteggiamento entomologico da parte della televisione nel raccontare le cose della rete.
Durante i telegiornali sono tuttora descritte come “appassionate di internet” le persone che usano il web.
Nello spezzone visto ieri, in effetti, la cosa che colpisce non è la mancanza di senso dell’ironia o il gelo che è capace di procurare, in un solo minuto, l’interruzione di un linguaggio prevedibile e quindi inoffensivo ma il fatto che, chi l’ha invitato, abbia costretto l’ospite che viene dal web a mettersi un ridicolo vestito anziché concedergli il lusso della sua normalità.

Così da poter studiare meglio quella strana creatura, proveniente da un mondo alieno, che si è lì manifestato.

(immagini via megliodellarete)
[abbiamo già parlato di Stark qui: Amori e naufragi]

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