Is Adam Driver a new role model?

Yes, he is.

70th Annual Golden Globe Awards - Backstage Portraits

L’epoca moderna comincia dove finisce Sylvester Stallone, precisamente dove si sgonfiano i bicipiti di Rambo e s’innalzano come vessilli del tempo nuovo gli addominali di Brad Pitt.

L’epoca moderna è stata preceduta da un prologo: l’età dell’infanzia con l’inarrivabile Arnold Schwarzenegger alla ricerca di sé stesso tra citazioni nietzscheane taglia Smemoranda e grandi puppe: Conan l’Iniziatore.

L’epoca moderna sarebbe stata cupa, quasi priva di speranza alcuna, l’avevamo capito già dall’impianto luci e dal finale di Seven. Lo capiamo seguendo l’evoluzione degli addominali del suo campione Brad: da – Ti piace il mio capello nuovo, Thelma? all’eroe fittizio di Fight Club: pensavi di essere figo e invece ti vai accorgendo che i Pixies erano meglio dei Nirvana, in mutande, come un nerd qualunque.

Abbiamo pensato di esserne capaci, di poter affrontare la cupezza dell’epoca moderna, pensavamo di avere gli strumenti ma siamo rimasti increduli quando abbiamo visto sfilarci via il più appuntito, l’acuminato, quello su cui facevamo affidamento: la versione originale di Star Wars.

Che i nuovi episodi di Star Wars fossero così brutti da meritarsi d’essere, contando nella misura la dimensione dell’attesa, i film più brutti di sempre potevamo anche accettarlo, nel quadro della corruzione dell’epoca moderna e della sua intrinseca cupezza; che Han Solo non sparasse per primo no.

Per chi non lo sapesse Star Wars non ha iscrizione nel tempo, non appartiene a un’epoca. È il tutto che su tutto si stende. È condizione trascendentale dell’accadere. Vicino al Lego e ai Ghostbusters.

Ora è la volta dei pettorali di Adam Driver. Che sia suo uno dei ruoli di cattivo dei prossimi episodi di Star Wars è la promessa di redenzione di questi tempi cupi e moderni. Che lui sia il nuovo modello di riferimento maschile, dopo Sylvester Stallone degli anni ’80 e Brad Pitt per gli anni ’90, lo sapevamo già: precisamente da quando rispose a Lena Dunham, in Girls, dal mezzo delle sue orecchie a sventola: – Io non mangio dolci.

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