Il feed, dov’è finito il feed?

Ieri, anzi no oggi, ma molto presto  – poco dopo mezzanotte – , il blogger fiorentino, quello che è stato in Palestina, si bullava d’esser il primo a dare la notizia, che poi non si è mai i primi e già c’era qualcuno che gli rimproverava di non citare la fonte, ma la cosa più divertente era il direttore che li inseguiva: “Cazzo, sto ancora passando i pezzi: avevano detto alle tre di notte”. Se fosse stata una cosa di carta te lo saresti immaginato correre per i corridoi con i foglietti in mano. Ma non è una cosa di carta. E’ il più consistente e promettente esperimento di giornale on-line: non la trasposizione di un giornale di carta in rete, ma un prodotto pensato e costruito per il web. E insomma non ha fatto in tempo a uscire che già i criticoni s’ammassavano: l’ennesima roba che parla dell’iPhone, sì ma le firme che sono annunciate, sì però se è un aggregatore non faranno giornalismo. Su tutto, una domanda imperversava nelle convulse prime ore di vita de il Post: dove sono i feed? chi ha visto i feed, perché hanno bloccato i feed?

Intanto, tranquillizzato dalla notizia che il bottone dei feed verrà aggiunto quanto prima, io noto che la cosa del like universale me l’ero persa, e mi godo la stroncatura di Ferroni del romanzo di Veltroni

Un ulteriore contributo all’eccesso e all’inutilità dei libri, ancora altro spazio sottratto ad una letteratura possibile. Forse la sinistra avrebbe bisogno di politici meno inclini ad esibire se stessi in evanescente letteratura, in corrivi orizzonti mediatici: più attenti alle distinzioni e alle contraddizioni, alle urgenze di un presente che non possono essere affrontate con avvolgente narcisismo.

Ma soprattutto sono felice di vedere una homepage che, per ora, rispetta la promessa di non dare le solite notizie.

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