Immagina di avere un sogno, ce l’hai da vent’anni, da quel sogno dipende la tua gioia e quella di quelli che ti vogliono bene. Sei lì per farcela e quando ci sei vicino invece no. Il sogno si allontana, forse non ce la fai più. Forse non ce la farai mai.
Quando è quasi un bambino Diego Maradona viene spinto in campo, in uno stadio pieno, nell’intervallo di una partita del campionato argentino. -Palleggia, gli dice l’allenatore della sua squadra giovanile, che è quello che ce lo ha spinto, in mezzo al campo. La palla non cade mai e il pubblico grida -Che si fermi, ma non intende lui, non intende la palla, intende la partita. -Che la partita si fermi, lo vogliamo vedere ancora. Alla fine dei palleggi un giornalista gli chiede -Qual è il tuo sogno? e lui dice -Sono due: giocare un mondiale. E vincerlo.
Quando Diego Maradona sta per vincere un mondiale è il 1986, io me lo ricordo bene anche se avevo 7 anni. Me lo ricordo perché fino a quel momento lì quando qualcuno mi chiedeva -Come ti chiami? e io rispondevo -Diego, poi mi dicevano -Ah, che bel nome. Dal 1986 in poi quando qualcuno mi chiedeva -Come ti chiami? e io rispondevo -Diego, tutti, ma proprio tutti, donne, vecchi e bambini, tutti mi dicevano -Come Maradona.
Quando Maradona sta per vincere il Mondiale la sua squadra, l’Argentina, è avanti di due goal nella finale contro la Germania Federale, come si chiamava allora. Quando forse non ce la fa più, a realizzare il suo sogno, la Germania Federale ha segnato due goal. Uno Rummenigge e uno Völler, tutti e due su calcio d’angolo, tutti e due di testa. E a rivedere quella partita adesso, ti chiedi -Ma non li potevano marcare meglio, su calcio d’angolo? possibile che ti fai fare due goal, uguali, da calcio d’angolo, uno al 74°, uno all’81°? E poi mancano solo 9 minuti e finisce la partita, poi si va ai supplementari e poi ai rigori e chissà come finisce.
E uno come si sente quando ha un sogno da vent’anni e se lo vede lì e poi invece no, ché i tedeschi ti hanno rimontato: si dispera, si scoraggia, cosa fa? Cosa fai se mancano 5 minuti e poi chissà come finisce, e sei a centrocampo e tre dei loro ti vengono addosso, insieme. Cosa fai?
All’84° minuto di Argentina – Germania dell’Ovest, succede qualcosa.
È il libero arbitrio di Diego Armando Maradona che gli fa fare un passaggio che smarca il compagno di squadra, proprio mentre tre giocatori avversari gli si fanno contro e mancano solo 5 minuti alla fine della partita, oppure è il volere di Dio che fa si che quella palla passi proprio attraverso gli avversari e arrivi a Burruchaga che segna e ciao tedeschi, alla prossima. Era tutto scritto, era destino, lo stesso Maradona nello scrivere il suo destino si fece Dio, per quei cinque minuti che comunque diventano eterni?
Maradona è l’uomo più furbo del mondo, perché è riuscito a piegare qualsiasi evento della sua vita alla celebrazione della sua grandezza, lasciandoci nudi davanti alla fallibilità assoluta degli occhi che guardano l’eroe.
(da qui).