Una formalità o una questione di priorità, non ricordo più bene

Ah, una volta. Una volta sì che c’era il 25 aprile e il primo maggio, signora mia, altro che adesso.

Una volta c’era il partito comunista. Uno si prepara a diventare grande e sapeva di poter contare su pochi solidi punti di riferimento. C’erano i CCCP. S’era adolescenti che si guardava alle cose dei grandi. E non fai in tempo ad andare a votare che il partito comunista si scioglie e ti ritrovi a cantare i CSI al concertino della scuola.

Così vanno le cose, così devono andare

Li si cantava, sapendo i testi a memoria, seduti in cerchio, quasi in raccoglimento.
Poi l’università e Giovanni che dice “io mi chiamo come quello del Libro dell’Apocalisse” e tempo niente molla Zamboni per strada, per mettersi a fare una cosa di cui ricordo vagamente il nome ma di per certo nessuna canzone.

Ora Giovanni Lindo Ferretti è diventato un mistico a tempo pieno, vota Lega e si raccoglie in preghiera sui monti dalle parti sue. Sarà anche per questo che a me, questa svolta dei Baustelle “mistici dell’occidente”, non convince per niente. Mi sa di mala parata. Fatto sta che ieri, che era il 25 aprile, mica ci sono andato a sentirli. C’è tutto un fervore ossequiante intorno che mi tiene alla larga. E sì che Bianconi scrive dei pezzi che nessun altro al momento, ma pure lui si ritrova con quel vizietto da pulpito che non c’è modo migliore di dirlo se non “prendersi tanto sul serio”. Ah, come sapevano essere ironici i CCCP. Anche i Baustelle sanno essere ironici, ogni tanto. Buon per loro se continuassero. Io però al primo maggio vado a sentire i Toys Orchestra. E se mi riesce mi faccio fare una firma sul disco. Come fanno i ragazzini, che sanno a memoria i testi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.