L’oceano

Andranno mai le cose a posto? All’Università un professore sadico aveva messo un seminario con obbligo di frequenza il sabato mattina alle otto. Il tema era l’analisi del libro di Giobbe della Bibbia. Giobbe è noto per avere una grande capacità di sopportare le sofferenze. Il titolo del seminario era una citazione da quel Libro: Avranno fine le parole vane? Tutta questa sofferenza, ma perché?

Nel 1992 con le bombe nelle strade il mondo aveva cominciato a vacillare, il mondo degli adulti. Io ero un ragazzo, non giocavo a ramino, come nella canzone di De Gregori, ma avevo paura di sbagliare i calci di rigore, come nella canzone di De Gregori. Il mondo, in tempo di pace, lo ricevi dagli adulti e ti fidi. In tempo di guerra il mondo vacilla per tutti. Le bombe segnano il confine della pace.

Il 1994 è, come noto, un anno in cui sono successe alcune cose capitali. Il mondo degli adulti ha vacillato, ma ha resistito. Con tante cose nuove, tipo Silvio Berlusconi candidato alle elezioni, André Agassi che vince Wimbledon. Il mondo degli adulti non è quello dei ragazzi. I ragazzi  pensano che potranno diventare André Agassi, vincere Wimbledon, fidanzarsi con Brooke Shields, che hanno visto nuda, tutta nuda, in un film su Rete4, la televisione di Silvio Berlusconi. Votarlo o no è un problema degli adulti.

I ragazzi pensano che potranno diventare delle rockstar, ma delle rockstar che non ci stanno a fare le rockstar, almeno lo pensavano fino al 1994, almeno lo pensavo io, e intanto potevi cominciare a vestirti come loro, per fare pratica. Io avevo due buchi al lobo dell’orecchio, i capelli a metà schiena e altre cose del genere. Quando la rockstar si suicida non è più il mondo degli adulti a vacillare, è il confine che salta.

Il 1995 è l’anno in cui le cose si mettono a posto. L’ho capito vent’anni dopo. Vent’anni è il periodo di tempo tra il primo e il secondo libro dei Tre moschettieri, è il tempo standard perché le cose tornino di moda, è una cifra tonda; in vent’anni hai il tempo di farti un’idea su cosa sia stare dalla parte degli adulti.

Se eri ragazzo all’inizio degli anni novanta non avevi il problema di votare Silvio Berlusconi, avevi il problema di decidere se volevi essere i Pearl Jam o i Nirvana. Poi, nel giugno del 1995, un anno dopo che Kurt Cobain s’è ammazzato, Neil Young pubblica Mirror Ball, il suo ventiduesimo album in studio e lo suona con i Pearl Jam, mettendo le cose a posto. Mettendo le cose a posto perlomeno per me: perché dentro Mirror Ball c’è la prima canzone da adulto che io ricordi. E anche se è una canzone che dice Io sono un incidente, stavo andando troppo veloce – Io sono l’oceano, per me dice, l’ho capito vent’anni dopo: no, le cose non andranno mai a posto una volta per tutte, ma solo una alla volta.

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