Le dieci migliori cose del 2014

1. La classifica dei dischi. Io non so che problemi abbia chi fa le classifiche dei dischi più belli del 2014 senza mettere Popular Problems di Leonard Cohen al primo posto, ma di certo non invecchierà bene come lui. Chi invecchia male è Francesco De Gregori, l’unico a cui gli anni ’90 mancano più di quanto non manchino a me. Nel 1992 De Gregori ha pubblicato un disco capolavoro, Canzoni d’amore; dieci anni dopo i suoni erano gli stessi, assolini di chitarra anni ’90 compresi, ma il disco non era più un capolavoro. Nel 2014 invece di accontentarsi di una raccolta di successi con un inedito, di una raccolta di successi con qualche brano dal vivo, di una raccolta di successi dal vivo con un inedito in studio, De Gregori ha avuto la brillante idea di pubblicare un disco di cover di se stesso. Il disco è talmente brutto che nella prima canzone c’è Luciano Ligabue. Il disco è talmente brutto che l’unica spiegazione è che sia stato fatto apposta per restare sorpresi di quanto siano meglio gli originali, quelli del ’73 poi non ne parliamo. Si può fare la prova facilmente, se si ha la pazienza di arrivare fino alla fine (del disco del 2014, il disco del 1973 non ci vuole nessuna pazienza).

Io non so che problemi abbia chi fa le classifiche dei migliori dischi del 2014 e non ci metta dentro Damon Albarn, Everyday Robots. Invece so che problema ho io con Jack White che ha fatto anche lui un disco nel 2014, Lazareto. So che problema ho con Jack White ma non mi va di parlarne quindi, per brevità, riporterò il giudizio di uno che ha inquadrato il problema: -Perché non la smette di giocare? Per Giove, imbraccia quella chitarra e fammi a pezzi.

2. Io vado a vedere i film consigliati da Mattia Carzaniga, quindi sono andato a vedere il film dei fratelli Darnenne ed è andata benissimo. Manco morto sto 170 minuti al cinema a vedere Interstellar, perché Nolan mi fa dormire. Ho dormito col Cavaliere Oscuro e di Inception ricordo solo la gag della sedia. Invece, a proposito di cose che invecchiano bene, Il buono, il brutto, il cattivo (1966) nei suoi 170 minuti al cinema (visto al Massimo di Torino) ci si sta benissimo. Ci ho portato mio figlio di dieci anni e ci siamo divertiti moltissimo: Sergio Leone dal 1966 – nel 2014 – batte la Pixar.

A proposito di film da vedere con i figli i Guardiani della Galassia è molto divertente pure lui, meglio del resto della Marvel che è ben noiosa di solito.

Menzione 140 minuti a venire per il nuovo film di Xavier Dolan, che comunque è canadese, come Leonard Cohen.

3. Le serie tv hanno rotto il cazzo, ma da mo’. Niente è bello come lasciare le serie tv, anche quelle che ti piacciono: si va via dalle feste quando ancora sono divertenti. L’unica cosa indispensabile delle serie tv è acchiapparle prima degli altri. Il senso di superiorità verso quelli che arrivano oggi a dirti quanto sia coinvolgente True Detective vale la pena di aver resistito otto puntate.

Menzione speciale per The Knick (visto una puntata quasi intera) e per Fargo (visto il trailer).

Premio speciale Eva Green a Penny Dreadful. Penny Dreadful fa dormire più del Cavaliere oscuro di Nolan, però c’è Eva Green. Anche in Sin City c’è Eva Green, però Sin City è peggio (molto peggio) della Marvel quindi lasciamo perdere.

3. Attori: Adam Driver è il nuovo modello di riferimento maschile, quelli che dicono -Ma hai visto che bravo Matthew Mc Conaughey sono in ritardo sulla visione di True Detective (e di The Lincoln Lawyer). Marion Cotillard è il nuovo modello di riferimento femminile (The Immigrant e il film dei fratelli Darnenne).

4. A proposito di cose che invecchiano bene e che contengono il numero 66: Giampiero Ventura, 66 anni, allenatore del Torino FC. È stato squalificato una giornata per aver fatto il gesto del taglia gola a un tifoso del Torino che insultava un suo giocatore. Un suo giocatore che aveva perso palla nella sua tre quarti di campo rendendo possibile il gol della vittoria della Juventus FC, l’altra squadra di calcio di Torino. Per difendere un tuo giocatore, che perde palla e che ti fa perdere una delle partite più importanti della stagione, ti fai squalificare. Lasciando da parte la pazienza che deve avere Giampiero Ventura con una società che risparmia quando è il momento di spendere con quel suo difendere il suo giocatore, nell’immediato della più cocente delle sconfitte, Giampiero Ventura ci insegna qualcosa.

5. Le vacanze. Ho fatto delle vacanze bellissime, visto posti nuovi, amici nuovi, mi son proprio divertito. Sia nelle vacanze lunghe sia in quelle brevi. Sia in Italia che fuori. Un 2014 con delle vacanze veramente ben riuscite.

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Foto delle vavanze

6. Libri: il 2014 è chiaramente un anno adelphiano. C’è il libro dell’anno: Karoo di Steve Tesich, ma ci sono anche Santuario di Faulkner, Solomon Gursky è stato qui di Mordecai Richler, che è canadese come Leonard Cohen e Xavier Dolan, sono tutti di Montréal a dire il vero. Montréal io ci sono stato, non quest’anno, ma anche quella è stata una vacanza bellissima. Mentre ero in vacanza a Montréal leggevo il romanzo Freedom di Franzen, Einaudi. A proposito di Einaudi, anche se il 2014 è chiaramente un anno adelphiano – anche per altri titoli che adesso non sto a dire – a proposito di Einaudi nel 2014 mi è successo questo fatto: ho provato a iniziare a leggere Il giovane Holden a mio figlio di dieci anni. No, non ha funzionato. Poi gli ho letto Pinocchio, e la raccolta di Fiabe dal mondo curate da Gianni Rodari, Editori Riuniti, che invece funzionano benissimo tutti e due. La lingua di Pinocchio è magnifica, si trovano delle parole bellissime come le gambe aggranchite, che poi dopo, in un secondo tempo vengono sgranchite. O anche aggrumati, e anche la costruzione sintattica è bellissima. Lo sto rileggendo di nuovo, è un sollievo pensare che un libro così bello abbia così tanto successo, solo bisognerebbe leggerlo proprio come è scritto non nelle riduzioni che tolgono le parole come aggranchite e aggrumati. A proposito di Einaudi – dicevo – no, non dicevo a proposito di Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, Einaudi, anche se è il libro che sto leggendo adesso e che quindi concluderà il 2014, e anche se nella quarta di copertina c’è scritto “nel solco di Faulkner” – tra l’altro ci sono un sacco di cose nel solco di Faulkner, per esempio stamattina leggevo nella presentazione di Nel territorio del diavolo di O’Connor, Minimum Fax: “la voce più rappresentativa della narrativa sanguigna ed espressionista del Sud degli Stati Uniti, insieme a William Faulkner” – ma a proposito di Einaudi non volevo dire questo. Dopo che ho rinunciato a leggere il giovane Holden a mio figlio di dieci anni, mi sono messo a leggerlo io, nella traduzione vecchia. Ma non ha funzionato. Nel 2014 Einaudi ha fatto uscire una traduzione nuova, di Matteo Colombo, ho letto quella e funziona benissimo. È un sollievo pensare che tante persone, compreso mio figlio se ne avrà voglia o se un professore glielo assegnerà per compito, la leggeranno in questa nuova versione.

7. Rifare cose che non facevi da tempo ma questa volta farle meglio. È un privilegio dell’invecchiare.

8. Blog, siti cose di internet. Il mio preferito è sempre Paolo Nori, che dice che forse uno che tiene un blog sarà anche il protagonista del suo prossimo romanzo. Nadia Terranova ha aperto un Tumblr bellissimo dove fotografa delle poesie scelte da lei, a gennaio esce il suo primo romanzo, Einaudi, e io mi sa che lo prenderò. Enrica Tesio anche lei uscirà a gennaio con il suo primo romanzo, Mondadori, e mi sa che prenderò anche quello, anche Enrica Tesio ha il suo bravo blog. Ma queste son cose già del 2015.

Annamaria Testa continua a scrivere la rubrica più bella di tutte sul sito di Internazionale, Internazionale che ha rifatto il sito e lo ha rifatto molto bene, mi sembra.

Sarà la concentrazione femminile ma mi vengono in mente anche The Book Girls e un blog che si chiama Abbatto i muri.

8. Mangiare. Sono molto migliorato sia nel cucinare sia nello scegliere i ristoranti, quindi si può dire che il 2014 è l’anno in cui ho mangiato meglio. Tra l’altro un’amica, Sara Carenzi, ha aperto una gastronomia vicino a casa mia, a Torino: si chiama Cenerentola Prêt à Manger il negozio, e oltre a mangiare da lei la chiamo di continuo per chiederle consiglio: funziona benissimo.

9. Non comprare i giornali italiani. Spendendo per le vacanze e per i ristoranti da qualche parte bisogna risparmiare e niente dà soddisfazione come risparmiare sull’acquisto dei giornali italiani. Al bar leggo le notizie sul Torino FC de La Stampa, ho comprato una volta il Foglio per leggere la rubrica sul calcio di Jack O’Malley e due volte Il Sole 24 Ore per l’inserto IL. E basta. Si sta benissimo.

Funziona come con le serie tv: non serve usare poi positivamente quel tempo che risparmi invece di guardare la quarta stagione di Breaking Bad o la terza di The Walking Dead, basta pensare che potresti farlo. Invece di leggere gli editoriali sulla crisi o sulle correnti del partito democratico, invece di studiare le infografiche sui provvedimenti del governo, invece dei retroscena, delle 12 pagine di politica interna o della paginetta sugli esteri, invece delle recensioni di film che non vedrai, puoi sempre pensare che devi finire di leggere Guerra e Pace o che non hai mai letto Le anime morte. Poi non serve leggerle davvero Le anime morte: già il pensiero di tutto quel tempo salvato è una contentezza.

10. Programmi tv. Nel 2014 ho guardato moltissima tv, forse solo negli anni ’90 guardavo così tanta tv. A quel tempo era MTV: passavano i video di Smells Like Teen Spirit, Alive, November Rain, Two Princes, Smooth Criminal; adesso è la Premier League: il Sunderland, il Manchester City, il Chelsea. Ma poi quanto è bravo Alessandro Cattelan? Non solo nel programma musicale dove Fedez annichilisce Morgan, anche in quello sull’arte contemporanea. Perché tra l’altro a me piacciono i documentari sulla rivalità tra Bernini e Borromini, sugli impressionisti, cose così. E niente, il 2014 è stato l’anno dell’abbonamento a Sky, non ho più guardato nessun telegiornale, nessun programma dove parlano i politici, cioè non ho più guardato Rai-Mediaset-LA7-eccetera. Ho cercato di vedere delle puntate di Pechino Express, a stima del conduttore, ma trovavo più divertente seguirlo su Facebook e alla radio, da dove, tra l’altro, ho vinto un asciugamano per aver risposto a una domanda su Rosemary’s Baby.

In ogni caso il miglior programma tv dell’anno è stato I Knew It Was You, un film della HBO del 2009, trovato per caso su Sky Arte, sulla vita e la carriera di John Cazale; quando l’ho consigliato a un amico – da cui ero in vacanza, gliel’ho consigliato mentre mangiavamo – mi ha detto che c’è intero su internet, persino con i sottotitoli in italiano (qui).

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