I migliori dischi fin qui

Fare classifiche in periodi casuali dell’anno (e senza nessuna competenza) dà lo stesso piacere che dare il consenso alla profilazione dei cookie: nessuno, ma va pur fatto.

Kendrick Lamar, To Pimp A Butterfly
Kendrick Lamar, To Pimp A Butterfly

Se uno non capisce niente o capisce poco c’è comunque qualcosa che capisce di più. Delle volte sono le cose migliori o le cose che pur essendo molto difficili e molto originali sembrano semplicissime. Se uno non capisce niente di jazz, per esempio, comunque capirà almeno un po’ Miles Davis, soprattutto Miles Davis negli anni ’50. Adesso non dico mica che Kendrick Lamar sia Miles Davis o somigli a Miles Davis o sia l’equivalente di Miles Davis in qualcosa, mi sembra solo che uno, anche se non capisce niente della musica che fa Kendrick Lamar, avendo la pazienza di ascoltare il disco nuovo di Kenrdick Lamar un paio di volte, qualcosa comincia a capirne, almeno a me è successo così.

Sufjan Stevens, Carrie & Lowell
Sufjan Stevens, Carrie & Lowell

Io ne sapevo così tanto di Sufjan Stevens, prima di ascoltare questo disco, che pensavo che Sufjan Stevens fosse il nome da mussulmano di Cat Stevens. Pensa un po’. Poi ho scoperto più cose, che mi sembrano però irrilevanti rispetto al fatto che questo disco è bellissimo, non capisco bene che musica sia, a parte il fatto che c’è molta chitarra e voce e mi pare difficile smettere di ascoltarlo.

Blur, The  Magic Whip
Blur, The Magic Whip

Liam Gallagher è a fianco di Massimo Giletti allo Juventus Stadium™ con una maglia con su scritto Esselunga©, i Blur escono con un disco nuovo. Ci sono gli anni novanta e le cose fatte fin qui: l’eclettismo e  i solismi. È bello, ma nel genere antologico-nostalgico. La mia preferita è Mirror Ball, perché sono fissato con le palle di specchi.

Fink, Horizontalism
Fink, Horizontalism

Quando ho smesso di ascoltare Hard Believer di Fink ho cominciato ad ascoltare i remix di Hard Believer che sono in questo Horizontalism. Per maniaci. Consiglio di mettere in fila le due versioni di Shakespeare (prima il remix poi l’originale) e stare a guardare l’effetto che fa.

Charles Mingus, Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus
Charles Mingus, Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus

Per la categoria Liberazione dal Nuovo e dalla Schiavitù dell’Ultima Novità questo disco di Charlie Mingus del 1963, per il quale vale quel discorso di qui sopra a proposito del jazz: se anche uno non capisce niente di jazz, ma forse anche se non gli interessa il jazz in generale, questo disco è interessante e si capisce.

Un disco che si chiama Vampyros Lesbos Sexadelic Dance Party (1971) non lo ascoltereste, anche solo per curiosità? Poi d’accordo: speriamo che i cookie non ne tengano traccia.

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