Hey kids, rock and roll / Nobody tells you where to go, baby

– Ora chiuda gli occhi e faccia un profondo respiro. Se le dico Rock ‘n Roll cosa le viene in mente ?
– Dicembre ’67. C’è un forte larsen, alcune esplosioni, Jimi Hendrix sta fumando sul palco. Guardando le prime file dice “watch out for your ears”, butta la cicca e attacca Sgt Peppers & The Lonely Hearts Club Band.

La rivista Rolling Stones, nel numero di dicembre scorso, ha eletto la rock star dell’anno. Le ha dedicato una copertina realizzata da Shepard Fairey; quella rock star è Silvio Berlusconi. Ne hanno parlato tutti i telegiornali. La rivista sarebbe uscita solo il giorno dopo e in quel momento nessuno aveva letto l’articolo interno, dove – i bene informati anticipavano – gliele avrebbero cantante, ovvero: con i suoi comportamenti da simil-rock star il Premier sputtana le istituzioni.

Gipi a Villa Certosa (Internazionale.it)

Per parte mia fu una operazione di paraculismo tecnicamente perfetto: con il lancio della copertina, firmata dallo street artist più cool – hey è quello del manifesto di Obama! – ti prendi le aperture di tutti i tiggì, che ci vedono un nuovo successo mediatico del Presidente del Consiglio. Poi, con il pezzo all’interno, vai giù duro con le critiche: denunci lo scandalo della credibilità politica vilipesa e ti coccoli il pubblico non governativo. Peraltro con argomenti ripresi, ma volti in negativo, da un fondo di Giuliano Ferrara

Anche lo stile di vita dei predecessori di Berlusconi è imparagonabile al suo. L’unico paragone possibile è, nella storia antica, con alcuni cesari della dinastia giulio-claudia (Nerone compreso) e, nel nostro tempo, con Michael Jackson e il suo Neverland Ranch, isola artificiale di eterna giovinezza costruita da un colosso del narcisismo postmoderno.

Ora il Rolling Stones è uscito con un video promozionale dove incita i rocker di tutto il mondo a riprendersi la scena degli eccessi, indebitamente occupata dai politici.
L’altra sera sono stato a un concerto rock e il leader del gruppo era ubriaco, da almeno vent’anni. Ne avrei fatto a meno della sua ubriachezza e avrei devoluto volentieri l’incasso della serata per comprargli un anno di rehab. Intendiamoci: niente di meglio di De André che in tour con la PFM alla fine della canzone dice con voce impastata: “in ogni caso Rimini è rimasta uguale a come era nei Vitellini di Felloni. Nei Vitellini di Felloni, sì appunto. O no?”

Perché il punto non è quanto sei fatto, ma come stai sul palco. “Watch out for your ears” diceva Hendrix, e forse ce l’aveva con George Harrison e Paul McCartney, coi quali aveva preparato la cosa poco prima, ma a me piace pensare pensare che dicesse al mondo intero, che stava per sentire qualcosa di nuovo. Ecco qualcosa di nuovo, non il cliché della rock star sfascia-alberghi.

(Poi, per carità, si sa: le copertine con i mostri sacri vendono di più e infatti indovina chi c’è questo mese su Rolling Stones ?)

(Vedi un altro caso di dubbio anticonformismo)

Update:
Anche Leonardo ha qualcosa da dire su quella copertina

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