Più Pasolini di te

– Veramente vi interessa sapere cosa è stato Pasolini per me?

– Chissà perché a dire “Pasolini” gli dà in vento in testa alla gente.

– Ah, non lo so. Io mi ricordo che mi ero spaventato a vedere la locandina delle 120 giornate di Salò, da ragazzino, al cinema Eliseo in piazza Sabotino a Torino: le persone portate al guinzaglio come i cani. Era molto preoccupante.

– Il finale del Decamerone è il motto paraculo di qualunque studente del DAMS.

– Qual è? non sono sicuro di averlo visto.

– Quello su quanto sia bello immaginare l’opera, in senso l’opera d’arte, più bello pensarla che realizzarla.

– Ah, sì, quello a episodi. A me piace il Vangelo di Matteo.

– Ma dài, immagina di dire a un gruppo di nati nel ’90: adesso ci guardiamo un bel film sul Vangelo di PPP.

– Mi il ricordo il pomeriggio: passava su Rete4, non avevo  niente da fare, ero ancora a casa dei miei, pensavo avrei smesso di guardarlo dopo pochi minuti e invece lo vidi tutto e mi piacque moltissimo. Mi ricordo della sensazione di sorpresa. Era in bianco e nero con attori del posto, forse a Matera come quello di Mel Gisbon.

– Gli articoli erano fighi.

– Ma ci sono un sacco di cose fighe: quei filmati dove intervistava la gente al mare, sul sesso. Mi sembra di vedere veramente come erano gli italiani negli anni ’60, di vederli per la prima volta.

– Quelle interviste sul fascismo della televisione.

– Certo era un bell’uomo.

– Elegante.

– Cavani, l’ex del Napoli gli somiglia un poco.

– Comunque Pierpaolone m’ha svoltato un paio di regali di Natale a mio padre, quando veramente non sapevo che fare. Sai la raccolta di poesie Petrolio, o si chiamava Bestemmia? quelle in dialetto. Un libro mai aperto.

– Una volta ho mandato Mi domando che madri avete avuto… a un amico che si era messo con la mia ragazza. Avrei fatto meglio a dargli un pugno e chiuderla lì.

– A me avevano dato Ragazzi di vita a un corso di Letteratura moderna, due palle. Lo dissi al professore: io mi aspettavo chissà che e invece. Gli dissi anche l’ha letto Ultima fermata Brooklyn di Hubert Selby Jr? quello sì che sono cazzi. La scena della gente del quartiere che fa la fila per ammazzare di botte lo stupratore me la ricordo ancora adesso. Non l’aveva letto, il Prof di Letteratura moderna.

– Adesso Brooklyn è di moda, come è di moda il Pigneto.

– Quando le borgate erano le borgate.

– Quando le borgate le cantava Eros.

– Più Pasolini di te, più bella cosa non c’è.

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