Perché Nedvěd ha fatto bene a menargli a Moreno, spiegato facile

I fatti son noti. L’altra sera si è giocata una partita di beneficienza tra gente famosa per diverse ragioni: ragioni sportive, ragioni di spettacolo, ragioni di soldi. Quella sera è accaduto un fatto moralmente rilevante.

Un giovane cantante che si chiama Moreno ha fatto un dribbling, precisamente un tunnel, a un calciatore in pensione, ora dirigente sportivo. Il calciatore in pensione, già Pallone d’oro™ nel 2003, aspetta pochi minuti e alla prima circostanza utile si avvicina al cantante che si chiama Moreno e gli dà, precisamente, un calcio nelle caviglie.

Questo genere di partite, partite di beneficienza con della gente famosa per diverse ragioni, di solito sono guardate anche da gente che di solito non guarda il calcio, non gioca al calcio, non va allo stadio a veder giocare al calcio. Allora può essere particolarmente utile spiegare bene perché Pavel Nedvěd, Pallone d’oro™ nel 2003, vicecampione d’Europa nel 1996 e considerato uno dei più forti centrocampisti di sempre, ha fatto benissimo a cercare il cantante di nome Moreno al centro del campo e una volta trovatolo a dargli un calcio nelle caviglie.

Anzi, per usare le nota espressione del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: se la partita di beneficienza tra gente famosa si giocasse infinite volte, in un ipotetico eterno ritorno dell’uguale, sarebbe auspicabile che Pavel Nedvěd infinite volte andasse a cercare il cantante Moreno al centro del campo e una volta trovatolo gli desse intenzionalmente un calcio nelle caviglie.

C’è una proprietà pedagogica in quel calcio nelle caviglie, per capire quale dobbiamo sapere che cos’è il dribbling.

Il dribbling è marcare un giocatore avversario, saltarlo mantenendo sempre il possesso della palla.

È uno starci vicino vicino, farsi vedere sempre, quasi un toccarsi e poi: ualà, magia! sono scomparso, t’ho fottuto.

Il dribbling è una dimostrazione eclatante di ciò che è il vero potere: immediato, efficace e mai ostentato.

Un dribbling non è mai ciò che sembra.

Il dribbling nella sua forma più pura e umiliante è: un tunnel. Fare passare la palla tra le gambe aperte dell’avversario.  Un immenso, imbarazzante, intollerabile tunnel.

Davide Enia, Rembò, Fandango Libri, 2006.

Prima del tunnel a Nedvěd Moreno stava palleggiando, a centrocampo, poi lascia cadere la palla la fa passare tra le gambe aperte di Nedvěd: gli fa, appunto, un tunnel, poi, quando ormai l’aveva superato, lo saluta con la mano.

Ecco dove sbaglia. Non nel tunnel: nella dimostrazione della sua abilità, ma nel vantarsene dopo. Non c’è nulla di bello nello spreco, ma peggio è vantarsi dell’aver umiliato qualcuno: giocare con la sua vergogna per farsene belli. Se Moreno avesse fatto il tunnel e basta si sarebbe meritato i complimenti, dal momento che dopo ha salutato con la mano si è meritato un calcio nella caviglie.

Un’altra sera, negli anni ’50, lo scrittore Maurice Merleau-Ponty, noto per le sue teorie sulla fenomenologia della percezione, stava passeggiando con degli amici per il quartiere di St-Germain des Prés, a Parigi. Era notte tardi, avevano bevuto e stavano tornando a casa. C’è uno screzio con uno degli amici e i due vengono alle mani. Rincasando Merleau-Ponty si giustifica con la moglie: sono un professore di filosofia morale, avevo il dovere di insegnargli come ci si comporta.

Una risposta a “Perché Nedvěd ha fatto bene a menargli a Moreno, spiegato facile”

  1. […] eudemonico, “Perché Nedvěd ha fatto bene a menargli a Moreno, spiegato facile”: Ecco dove sbaglia. Non nel tunnel: nella dimostrazione della sua abilità, ma nel vantarsene dopo. Non c’è nulla di bello nello spreco, ma peggio è vantarsi dell’aver umiliato qualcuno: giocare con la sua vergogna per farsene belli. Se Moreno avesse fatto il tunnel e basta si sarebbe meritato i complimenti, dal momento che dopo ha salutato con la mano si è meritato un calcio nella caviglie. […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.