Per scrivere serve un coltello (#5) o almeno uno stile

Prima dell’invenzione della matita al posto delle matite si usava lo stile: una piccola asta fatta di osso, oppure di metallo.

Il libro di Haruki Murakami L’arte di correre mi sta piacendo così tanto che sto deliberatamente tirando lungo il momento di finirlo. Prima di finirlo ho cominciato a rileggerlo. Lo sto sottolineando parecchio questo libro.

Ci son dei partiti a riguardo, lo so, sono come ci sono partiti sul mettere le foto dei propri bambini su Facebook: chi sottolinea i libri, chi no.  Ma chi no è proprio NO. Un no vicino al no vocativo, esortazione: né io, né tu. Come per le foto dei propri figli su Facebook il partito del no è una vocazione, un NO che è stare dalla parte del giusto.

Io a sottolineare i libri so di avere il permesso del mio amico Marco, di Carpi. Che in realtà non viveva a Carpi, viveva a Novi di Modena, ma si è trasferito a Carpi per amore, come dice lui. Il mio amico Marco racconta spesso un fatto di quando si è trasferito a Carpi per amore, per amore di Caterina. Quando si è trasferito a Carpi ancora non sottolineava i libri e Caterina gli ha detto – Non sottolinei i libri? Prova che secondo me ti trovi bene. E da allora lui sottolinea i libri. Con le matite.

Nel libro di Murakami L’arte di correre ho sottolineato il passaggio in cui dice che scrivere è come mangiare il pesce palla: il punto più buono è vicino a dove c’è il veleno. Siccome è un periodo, il mio amico Marco di Carpi dice sempre è un periodo, che sto studiando la relazione tra lo scrivere e i coltelli, quel passaggio di Murakami sullo scrivere che è come maneggiare il veleno del pesce palla l’ho messo nella serie scrivere col coltello.

Lo stile, oltre a essere la matita prima della matita, è anche un pugnale, un pugnale corto e appuntito, non tozzo come la daga, non sottile come lo stiletto. Giusto, come lo stile.

Del libro di Murakami L’arte di correre ho sottolineato tanti altri passaggi, con la matita. Ne ho sottolineati talmente tanti che a un certo punto mi sono stupito del numero di risposte che trovavano tante mie domande in quel libro. E quindi ho fatto una cosa di cui un po’ mi vergogno.

Ecco, io non credo nell’astrologia, non credo neanche nella cartomanzia, anche se una volta, a una cena, la nonna di una mia amica mi lesse la mano a mia insaputa e indovinò un parto gemellare nel ramo femminile della mia famiglia e la  cosa, pur senza cambiare la mia convinzione circa la cartomanzia, mi colpì.

Tra l’altro mi viene in mente che Marco ha messo una foto di Guido, appena nato, su Facebook. Mi viene anche in mente che non ho mai detto a Caterina e Marco, che il terzo nome di mio figlio è Guido. Anche a me è capitato di mettere delle foto di mio figlio su Facebook.

Comunque sono andato a cercare la data di nascita di Murakami, me ne vergogno un po’ ma l’ho fatto. Erano troppi gli aggettivi che combaciavano con la descrizione di quel segno zodiacale e mi era venuta la curiosità di verificare. Non che questo cambi la mia posizione sull’astrologia o spieghi la quantità di passi de L’arte di correre sottolineati da me ma Murakami è nato il 12 gennaio. È del segno del capricorno.

Io sono del 10, anche io sono del capricorno e ho speranza nell’ordine. E infatti  con un po’ di sconforto interiore che ho letto questa frase di Tom Stoppard:

dal momento che non possiamo avere speranza nell’ordine almeno ritiriamoci dal caos con stile.

Tom Stoppard è un drammaturgo inglese, che scrive in un inglese bellissimo anche se non è inglese. Si è trasferito nell’inglese per amore.

La parola inglese withdraw, ritirarsi, scappare, fuggire – che è quella nell’originale frase di Stoppard – a me fa sempre venire in mente il disegno, perché contiene il sostantivo draw, disegno. Quindi, in modo fantasioso, c’è una parte del mio cervello che legge la frase originale: Since we cannot hope for order, let us withdraw with style from the chaos: lasciateci uscire con un disegno dal disordine. Disegnare il disordine, per lasciarselo alle  spalle, somiglia all’atto di sottolineare le frasi di un libro: al tentativo di trovare un ordine, usando la matita.

La frase di Stoppard è una frase che si può leggere come la sua posizione circa la scrittura – Non possiamo mettere in ordine, almeno fuggiamo con stile dalla confusione.

Dal momento che non credo nell’astrologia non so se la mia fiducia nel mettere ordine tra le cose sia dovuta al mio essere del capricorno o meno, ma scappare con stile dalla confusione mi sembra una prospettiva accettabile. Da sottolineare con una matita, come una volta si faceva con lo stile, che è anche un pugnale. Per riuscire a scappare dal disordine bisogna avere uno stile in mano.

Da quando esiste Facebook, che ci siano le foto nei nostri figli o no, ho imparato che ogni giorno c’è qualcuno che compie gli anni, prima non ne ero così sicuro, e domani 3 luglio, è il compleanno di Tom Stoppard, che compie 78 anni. È del segno del cancro: emotivi, brillanti, refrattari all’ordine.

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