La barba

Mio padre aveva la barba. Io avevo la barba anche dieci anni fa. Ci son dei segnali. A me sono piaciuti diversi signori con la barba, nel tempo: Giuseppe Verdi, Karl Marx, Jim Morrison. Dieci anni fa avevo la barba ma la radevo di continuo, la tenevo corta, cinque – sette millimetri. Mio padre di quelle barbe rase diceva -Mica saranno delle barbe quelle.

Un estate l’avevo tagliata del tutto la barba, prima di partire per un viaggio da solo con mio figlio e la mia ragazza mi aveva detto -Meno male che io non vengo così quando ci rivediamo ti sarà ricresciuta.

Dieci anni fa la barba, se non era una cosa rara, era di sicuro più rara di adesso. Per esempio i cantanti. C’era il cantante dei Cake che aveva la barba, ma appunto erano i Cake. Poi ci sono dei segnali che le cose stanno cambiando. Da noi i segnali per esempio sono stati due, secondo me: Lorenzo Cherubini e Fabio Volo. Fabio Volo e Lorenzo Cherubini sono chiaramente due senza barba. E invece.

Jovanotti era sbarbato e Fabio Volo era il pizzetto e invece adesso sono barbuti così barbuti che sembra che abbiano sempre avuto la barba. Tra l’altro adesso che ci penso hanno anche qualcos’altro in comune Lorenzo Cherubini e Fabio Volo, se ci pensi, oltre alla barba, dico. C’è sempre stata della gente che gli ha detto -Mica sarà un cantante quello? -Mica sarà uno scrittore quello?

Io, ricordo con piacere, avevo la cassetta di La mia moto e ho comprato e letto il primo libro di Fabio Volo e sono contento di entrambe le cose: di aver cominciato ad apprezzarli quando tutti e due non avevano la barba.

Poi adesso la barba ce l’hanno tutti, c’è un quartiere di New York, dove tutti hanno la barba; cantanti: è pieno di quelli con la barba, persino Justin Timberlake – che più sbarbato di JT non so – mi sembra di aver visto delle foto in cui aveva una barba: molto scolpita, ma sempre una barba. Michael Stipe: una carriera senza peli e guarda adesso.

I genitori dei compagni della squadra di calcio di mio figlio, che sono dei genitori che fanno i commercialisti, gli avvocati, gli architetti, ma i commercialisti di successo, gli avvocati di successo, gli architetti di successo, non dei commercialisti normali o degli avvocati normali o degli architetti normali, insomma, la mia macchina al parcheggio della squadra di calcio di mio figlio è la più piccola e la più normale, e io la barba anche se rasa – non scolpita, rasa – ce l’ho da dieci anni; loro la barba fino a ieri non si sognavano di avercela e invece – posso garantirlo – all’ultima partita erano spuntate due barbe nuove, a sommarsi alle altre già presenti, belle folte anche. Brizzolate e folte. Due gol ha segnato mio figlio all’ultima partita.

Io comunque, ammetto, non sono insensibile alla moda. In effetti, anche se sono un veterano della barba, se ce l’ho da quando eravamo io e il cantante dei Cake e basta, senza l’appoggio di Fabio Volo e Lorenzo Cherubini – che io son ben contento di avere la barba come loro, sono contento di stare nello stesso insieme: mai sognato di rinnegare La mia moto e Esco a fare due passi, il primo libro di Fabio Volo. Non essendo insensibile alla moda, ora, la faccio crescere di più la barba.

Un po’ il mio modello di barba, adesso, è il calciatore Daniele De Rossi.

Ecco un’altra cosa che una volta non c’era: i calciatori con la barba, anche quelli sono dei segnali.

E adesso che la faccio crescere di più, la barba, la mia ragazza mi dice -Quand’è che la tagli?

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